CASTELLAMONTE DA SCOPRIRE
CASTELLAMONTE DA SCOPRIRE
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ARCO DI POMODORO
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E’ la testimonianza dell’intervento di Arnaldo Pomodoro alla XXXV Mostra della Ceramica (1995).
Inserito con grande effetto scenografico nella Rotonda Antonelliana, l’arco presenta un raggio di 6 metri ed è composto, per ogni faccia, da 7 formelle decorate che si alternano ad altre lisce, tutte in cotto
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Piazza Martiri della Libertà
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Il monumento è ciò che resta del grandioso progetto di Alessandro Antonelli per la realizzazione della Chiesa Parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo, una chiesa che sarebbe dovuta essere grande quasi quanto la Basilica di San Pietro di Roma.
La costruzione dell’enorme edificio fu iniziata nel 1842. Nel 1846, dopo la realizzazione delle mura perimetrali della chiesa e di parte delle colonne, i lavori furono abbandonati a causa della mancanza di fondi.
Come soluzione di ripiego, nello spazio che secondo il progetto originario doveva costituire il presbiterio dell’enorme tempio, venne costruita, in stile neogotico, l’attuale parrocchiale dedicata ai santi Pietro e Paolo.
Le mura esterne furono realizzate con pietre provenienti dal torrente Orco e dal Piova, alternate a mattoni rossi; si tratta di una tecnica costruttiva molto utilizzata in zona, all’epoca. Il nome di “Rotonda” deriva dal fatto che le mura racchiudono uno spazio circolare.
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Si può raggiungere a piedi in circa 10/15 minuti percorrendo la caratteristica via Conti di S. Martino, selciata a ciottoli e fiancheggiata da antichi palazzi nobiliari, oppure in auto (ma ci sono difficoltà di parcheggio) per la strada che porta a Castelnuovo Nigra.
Il Castello è preceduto da due imponenti porte in pietra, unici resti del primitivo edificio medioevale, in gran parte distrutto nella rivolta popolare dei Tuchini (1380- 1393).
L’intero complesso fu poi rimaneggiato dai vari proprietari in particolare dai Conti Carlo e Amedeo Cognengo, nella prima meta’ del ‘600. Ad essi viene attribuita la chiesetta vicino al piazzale.
Verso la fine dell’800, su progetto dell’architetto Formento, autore della chiesa parrocchiale, fu aggiunta la parte orientale in mattoni rossi, con merlatura ghibellina, seguendo la moda medioevaleggiante del tempo.
Nella parte più antica, verso nord, sopra la porta d’ingresso, recentemente restaurata con molta cura, sono venuti alla luce interessanti affreschi dei secoli XV e XVI. Dal piazzale antistante, cinto da una bella balaustra in terracotta, si gode uno dei più bei panorami sul Canavese.
L’occhio spazia dai lontani Appennini liguri-piemontesi, oltre le colline di Torino, al Monviso, ai monti della Val di Susa e di Lanzo, sino alle propaggini del Gran Paradiso con la piramidale vetta del Monte Colombo, mentre alle spalle si ergono maestose e protettrici le cime dei monti Quinzeina e Verzel.
Scendendo verso le città, dopo il primo palazzo a sinistra, si può deviare nella suggestiva via Meuta, racchiusa tra mura e rientrare in centro, ammirando il bel pannello di piastrelle in terracotta modellate dai bimbi delle scuole canavesane e, poco dopo, nella piazzetta, sul lato est il palazzettocentesco, le decorazioni in terracotta del ceramista Angelo Barengo e, sul cornicione superiore due belle statue di Renzo Igne.
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Strada del Castello, 4
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Iniziati nel 2002, e poi interrotti per mancanza di fondi, i lavori per la costruzione della grande stufa di Nespolo sono stati terminati nel 2008 grazie alla donazione di 50 mila euro da parte della società Plastic Legno di Carlo Sunino di Castellamonte.
Questo monumento rappresenta il felice incontro tra mondo della cultura e del lavoro, proprio quello che ogni anno viene in qualche modo celebrato dalla Mostra della Ceramica: le formelle in ceramica che rivestono la struttura in cemento armato del monumento, disegnate da Nespolo, sono infatti state realizzate dagli artisti ceramici Sandra Baruzzi e Guglielmo Marthyn con il supporto degli allievi dell’Istituto d’Arte Felice Faccio di Castellamonte e poi cotte nelle fornaci dell’impresa artigiana La Castellamonte di Roberto Perino e Silvana Neri (Soci CNA).
La Stufa di Ugo Nespolo Il Monumento alla Stufa è il simbolo del grande passato artistico di Castellamonte e anche un segno concreto e tangibile della ferma volontà di rilanciare la produzione ceramica a livello internazionale.
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